Responsabile della ricerca
Prof.ssa Lidia Del Piccolo
2022
I
Il problema:
Valutare la fattibilità di un intervento di Terapia Cognitiva Focalizzata sul disturbo post-traumatico da stress, proposto in piccolo gruppo e per via telematica a pazienti che hanno contratto infezione da SARS-Cov2.
A partire da marzo 2020, si è assistito ad un aumento esponenziale di disturbi psicologici e psichiatrici associati al Covid- 19, fra cui il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD). La presenza di aspetti traumatici è legata sia alle condizioni di ricovero che imponevano una totale dipendenza dagli operatori sanitari e spesso pratiche cliniche invasive (intubazione, tracheotomia), sia all’ isolamento forzato per la gestione dell’infezione, con conseguente allontanamento dai familiari o amici. Una recente meta-analisi ha riscontrato sintomi di PTSD auto-riferiti nel 24% dei pazienti in terapia intensiva tra 1 e 6 mesi dopo la dimissione e 22% a 7 mesi (Parker et al., 2015).
Tali aspetti traumatici, se non correttamente gestiti nel periodo successivo alla dimissione e/o alla guarigione, possono portare ad un perpetuarsi della sintomatologia ansioso-depressiva e alla sua mancata risoluzione nel tempo, con un importante compromissione della qualità di vita, del benessere psico-emotivo e un rilevante costo per il sistema sanitario.
A tale riguardo, uno dei trattamenti raccomandati dalle linee guida internazionali di pratica clinica (APA, 2017; International Society of Traumatic Stress Studies, 2019; National Institute of Health and Clinical Excellence, NICE 2018) per la gestione del PTSD è la terapia cognitiva (CT-PTSD). Tale approccio si basa sul modello formulato da Ehlers e Clark (2000), in base al quale il PTSD è caratterizzato da un senso di minaccia attuale le cui fonti sono: la natura della memoria traumatica (che porta a intrusioni dei ricordi traumatici) e la valutazione eccessivamente negativa di tale memoria, con conseguente assunzione di comportamenti che mantengono i sintomi quali evitamento, tentativi di soppressione del ricordo e ruminazioni. La CT-PTSD è un trattamento manualizzato di prima linea, che ha trovato riscontri di efficacia in letteratura ed è ampiamente accettata dai pazienti. Inoltre, diverse ricerche hanno evidenziato l’impatto di un approccio cognitivo focalizzato sul trauma a livello del substrato cerebrale, avendo esso un effetto di normalizzazione dei circuiti neurali che risultano alterati nel PTSD (Felmingam et al., 2007; Levy-Gigi et al., 2013).
Generalmente, la CT-PTSD è proposta individualmente e in presenza, tuttavia, a seguito delle restrizioni legate alla pandemia e allo stesso vissuto dei pazienti, risulta spesso difficile fornire un trattamento vis a vis, per cui si è progressivamente strutturata una proposta di intervento in telemedicina che, in studi recenti, si è mostrata parimenti efficace.
Infine, vi è un crescente interesse verso trattamenti di gruppo che, come dimostra una recente metanalisi elaborata su 20 studi clinici randomizzati (Schwartze et al., 2017), sono risultati efficaci nel miglioramento della sintomatologia PTSD.
Sulla base delle evidenze fin qui descritte, l’obiettivo del presente studio è di valutare la fattibilità di un trattamento cognitivo evidence-based telematico e di gruppo per pazienti soggetti a distress psicologico in seguito a infezione SARS-Cov2.
L’intervento mira a:
– fornire elementi di psico-educazione rispetto ai ricordi traumatici e i relativi sintomi;
– favorire la presa di consapevolezza e l’apprendimento di alcune abilità attraverso il rispecchiamento nel gruppo, feedback condivisi e la normalizzazione di alcune modalità di pensiero automatiche;
– fornire strategie per gestire i sintomi relativi ai ricordi traumatici e ai sintomi da PTSD;
– monitorare sintomi di distress psicologico assimilabili al disturbo post-traumatico, ansia e depressione con particolare attenzione ai comportamenti di evitamento e i sintomi di iper-arousal legati ai ricordi traumatici, all’ansia e al PTSD.
Rilevanza
Il progetto si propone di comprendere l’effetto della Terapia Cognitiva focalizzata sul trauma erogando un intervento basato su evidenze scientifiche e sulle più recenti linee guida, proponendolo da remoto (Telemedicina) e a piccoli gruppi di pazienti. La formulazione dell’intervento è l’elemento innovativo che, se efficace, può favorire la diffusione e il raggiungimento capillare delle situazioni di disagio psicologico, contribuendo a ottimizzare l’assistenza sanitaria in termini di tempo e risorse umane e favorendo un miglioramento della qualità di vita di pazienti e familiari. I risultati del progetto potranno costituire anche la base per implementare uno studio clinico randomizzato.